Politica Stellare, i Palpatine Morderni

Palpatine non è diventato Imperatore Galattico in un giorno solo, si è fatto un mazzo non da poco. Apparendo come Darth Sideous, ha convinto la razza aliena dei Nemoidiani (della Federazione dei Mercanti) a bloccare ogni tipo di commercio con il pianeta Naboo, fa un gran casino che la metà basta e pure se perde alla fine dell’Episodio I, diventa Cancelliere Supremo della Repubblica. Nessuno, ma nessuno, nel Senato avrebbe mai pensato che Darth Sideous e Palpatine potessero essere la stessa persona. Vabbè, ma dove vuoi che vada da lì, ci sono pure gli Jedi. Se ne starà buono buono a farsi i fatti suoi.

Certo, certo.

Alla fine dell’Episodio III, gli Jedi vengono fatti fuori tutti e Palpatine si autoelegge Imperatore Supremo (Cancelliere gli stava stretto), tra gli applausi del Senato. Si scontra un attimo con Yoda che però decide di fuggire e andare in esilio: diciamo che il massacro degli Jedi non l’ha preso benissimo. Da lì in poi Palpatine dice addio alla facciata da serio politico per andare in giro con un asciugamano nero in testa, regnando indisturbato sulla Galassia fino all’arrivo di Luke Skywalker.

 

Quasi 20 anni di regno.

La doccia più lunga della sua vita.

Ma lui amava la democrazia, mica no, lo diceva sempre davanti a tutto il Senato, grande persona.

Salutava sempre.


Essere un cattivo politico non è un lavoro per tutti: devi avere occhi e orecchie ovunque che ascoltano, registrano, elaborano. Qualsiasi scelta deve avere uno scopo ben preciso, che magari le masse non capiranno, ma tu sì. Sei tu che conti nel grande gioco delle poltrone, un po’ come in Games of Thrones. E chissene frega se ogni tanto qualcuno viene avvelenato al tuo fianco, finché lo puoi raccontare, mors tua vita mea.

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Certo, non ce lo vedo Palpatine uscire dalla sua navetta per andare a offrire tè e biscotti ai giornalisti per non rispondere alle loro domande; manco a prendersela con i videogiochi per le sue sconfitte; e non ce lo vedo nemmeno troppo bene a farsi i selfie con gli Stormtrooper, ma vabbé lo scuso, sarà l’età. Palpatine è un cattivo politico vecchio stile, è un Imperatore Galattico, la gente la comanda infondendo paura ed usando il lato oscuro della Forza in una Galassia lontana lontana.

Nella nostra esistono i social, le fake news, le polemiche a colpi di tweet: sono i superpoteri del potente di turno. Si scrivono commenti da bar  che corrono liberi per il web per andare a colpire chiunque, danno il quarto d’ora di fama all’utente PierGianFrancesconio medio e si va avanti tra un Buongiorno Kaffé e un Amen seguito da ma morite tutti se non peggio.

Ah, la coerenza.

E non osare dire qualcosa in contrario, pena la gogna pubblica.

Bah. Io sarò pure per la libertà di parola, ma non tollero l’intolleranza della mia tolleranza. Tra un po’ non potrò manco andare in giro con i capelli corti e la camicia, sembrerò troppo ambigua e ricorderò la teoria gender a qualcuno che odia il prossimo e giù mazzate. Mettiamoci pure che sono straniera in un altro paese, ho fatto bingo! Per dirla come qui.

Basterebbe della civiltà, leggere un paio di libri, guardarsi Star Wars togliendosi le fette di prosciutto dagli occhi, ma che lo dico a fare.

Applaudiamo tutti.

Quindi è così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi.

50 Anni dallo Sbarco sulla Luna: l’Uomo nello Spazio

Non è fatta di formaggio, anche se spesso lo si dice ai bambini quando si parla del nostro caro satellite naturale. Un po’ tutti ricordano la prima volta che puntarono gli occhi al cielo notturno, restando a bocca aperta nell’osservare il nostro silenzioso spettatore. Sì, la Luna è lì da sempre, tanto da diventare divinità di antiche culture, personificata come la dea Selene per l’antica civiltà greca e romana.

Sono passati 50 anni dalla missione dell’Apollo 11🚀, quella che portò gli astronauti Neil Armstrong👨‍🚀 e Buzz Aldrin👨‍🚀 sul suolo lunare. Fu un capitolo importante della Guerra Fredda poiché pose fine alla Corsa allo Spazio intrapresa con l’Unione Sovietica, ma rappresenta oggi una delle maggiori conquiste per quanto riguarda l’esplorazione umana spaziale.

“Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigante per tutta l’umanità.”  Neil Armstrong

Orma di Buzz Aldrin sul suolo lunare.

Da quel lontano luglio 1969 sono passati 50 anni: l’evento che incollò milioni di persone alla TV o alla radio è ormai storia. Chissà dove saremmo arrivati dopo 50 anni! Chissà dove sarebbe arrivato l’uomo se poteva arrivare sulla Luna!

Diciamo che non siamo andati molto lontano, per lo meno fisicamente. Sempre a casa sulla Terra, niente stazioni sulla Luna o su Marte.

Certo, nel 1998 iniziò la Stazione Spaziale Internazionale che si trova in orbita terrestre ancora oggi, abitata da un equipaggio fino a 6 persone. Vengono condotti esperimenti scientifici e ci regala viste del nostro pianeta mozzafiato: per coloro che sono ignoranti in materia scientifica (come me), vale la pena seguirli per i panorami del nostro pianeta blu.

Qui su YouTube, la diretta video della Terra vista dalla Stazione Spaziale Internazionale.


Sono sempre più convinta che il futuro sia proprio lassù fra le stelle: dovremmo restare sempre come i bambini che per la prima volta guardano il cielo notturno.

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Presto sarà il turno di Marte, anche se solo con dei robot guidati da un equipaggio in orbita intorno al pianeta rosso, ma sarà sempre un grande traguardo. Magari ci andranno tanti robot come quello qui sopra, Valkyrie, presentato alla mostra Robots al Museo Nazionale Scozzese di Edimburgo. Costruiranno basi su Marte per gli umani e poi lavoreranno insieme a noi, fianco a fianco.

I pro? Non si stancano, non si lamentano, non mangiano e non bevono.

Il mio contrario, un affare!


Speriamo che nei prossimi 50 anni ci interesseremo un po’ di più al bene dell’umanità: l’universo è così grande, non possiamo lasciare il solo divertimento ai satelliti!🛰️

Verso l’infinito ed oltre!

Tra pianeti e buchi neri

Ricordo che mi regalarono una piccola Enciclopedia per bambini che puntualmente sfogliavo dopo cena sul divano: ai tempi quel libro era quasi più lungo di me, tanto da farmi da separé se messo in verticale. Mi piaceva particolarmente per le immagini e le foto colorate, con tanto di descrizioni comprensibili per una bambina di scuola elementare.

Il capitolo che mi è rimasto particolarmente impresso è quello dello spazio: ancora oggi, quando leggo di notizie spaziali, quel capitolo è il primo che mi salta in mente.

Plutone Pianeta Nano

C’era una bella rappresentazione del Sistema Solare con le foto di tutti i 9 pianeti: sì, Plutone era ancora considerato un pianeta, ed era tutto sfocato. Strizzavo gli occhi come se avessi potuto mettere a fuoco una foto stampata, ma non c’era niente da fare. Il libro scriveva di come fosse troppo lontano per avere un’immagine nitida.

Poi, arrivò il 14 luglio 2015, quando la sonda New Horizons ci mandò un mosaico di immagini che formarono finalmente l’aspetto di Plutone. Peccato che sia stato declassato a Pianeta Nano, facendo scendere il numero dei pianeti del Sistema Solare a 8.

da Wikipedia

Potranno dire quello che vogliono, per me Plutone resterà per sempre il piccolo 9° pianeta sfocato che guardavo sull’Enciclopedia.

“Solo” un buco nero?

Fino a pochi giorni fa, non c’era un’immagine che ritraesse un buco nero: il 10 Aprile 2019 è stata resa pubblica, finendo per essere postata su tutti i social da milioni di persone.

dalla NASA, la foto non ingrandita
dalla NASA, la foto che circola sul web

Mi fa sorridere che i bambini curiosi di oggi potranno avere tante informazioni in più sull’universo che ci circonda: chissà, magari qualcuno di loro stringerà fra le mani un’Enciclopedia ancora di carta, alzando la testa alle stelle, senza spaventarsi dei numeri che servono per studiarle.


Per ulteriori informazioni riguardo al buco nero, c’è l’articolo della NASA in Inglese.

Sogni Vividi, una nuova storia dalla raccolta “Incubi Terrestri – Orrori Quotidiani”

“Generale Rory Palmer.”

Rory si sentì mancare il fiato nell’udire il suo nome pronunciato in quel modo così malvagio: non gli era mai successo di vacillare dalla sua posizione di comando, quello era il suo sogno, lui era il centro di tutto. Fece un bel respiro, portando entrambe le mani dietro la schiena per darsi un contegno, testa alta e petto infuori. Nessuno l’avrebbe visto debole, non sulla sua preziosa Antares.

– Tratto da Sogni Vividi.

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Rory Palmer conduce una vita monotona e noiosa: stressato da un lavoro del tutto insoddisfacente ed incapace di rapportarsi con i colleghi, conta le ore che mancano per tornare a casa ed andare a dormire. Nei suoi sogni, Rory è il Generale Palmer, un uomo freddo e risoluto, temuto dai suoi sottoposti. Qui, Rory può essere l’uomo che non è nella vita di tutti i giorni, esplorando la Galassia infinita, notte dopo notte a bordo della nave Antares, finché non riceverà uno strano messaggio da un essere misterioso.

Cos’è reale, cos’è solo un sogno? Scopritelo leggendo Sogni Vividi, disponibile nella raccolta “Incubi Terrestri – Orrori Quotidiani” il 31 OTTOBRE!

Il Prossimo

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Ci sono venti cabine poste all’ingresso del settore Nord; altre venti sono al settore Est, mentre l’Ovest e il Sud ne hanno solo quindici, senza contare le dieci in costruzione. Da quando il Consiglio della Cittadella ha imposto la chiusura dei confini con le Terre Esterne, i controlli sono divenuti rigidissimi.

Nessuno entra, nessuno esce senza notificare le autorità della Cittadella.

Da voi si vive più a lungo! Ci sono medicine, cibo, acqua! Fateci entrare! Proteste di questo tipo sono all’ordine del giorno, portate avanti da gruppi di persone che si ammassano lungo il muro che abbraccia la Cittadella. Possiamo trovare una cura insieme! Fateci passare!

Una volta, la Cittadella non era altro che il centro storico della megalopoli Kantor: vi vivevano circa cinquanta mila persone, ammassate in grattacieli di cento e più piani, attrezzati con gli ultimi confort. Il Consiglio di Kantor risiedeva nel palazzo dorato al centro di un grande giardino rigoglioso, nonché l’attuale Quartier Generale della Cittadella.

La popolazione di Kantor si dilettava nell’arte, nella coltivazione dei campi, nello sviluppo dell’industria e della tecnologia: erano probabilmente una delle civiltà più avanzate nell’Universo. Nessuno aveva mai intrapreso una guerra con Kantor, limitandosi a trattare diplomaticamente o a fare affari commerciali che sarebbero durati per anni a venire.

Questo, per lo meno, era la situazione più di cento anni fa: purtroppo, questo benessere di cui godeva la popolazione non era sinonimo di salute.

Le nascite erano crollate vertiginosamente: le persone non riuscivano ad avere figli, e quei pochi bambini che nascevano erano di salute cagionevole. Era colpa del cibo, dell’acqua? Niente di tutto questo: a quanto pare, le radiazioni emesse dalle industrie in periferia sembravano essere le responsabili.

Erano già in mezzo a loro, dalla mattina che si svegliavano, alla sera quando era ora di andare a letto. La razza umana si era avvelenata lentamente a sua insaputa ed era ormai troppo tardi per porvi rimedio: bisognava salvare il salvabile, proteggere chi ancora era in grado di riprodursi e possedeva un DNA pulito da malattie potenzialmente disastrose.

La Cittadella si chiuse nel suo palazzo dorato, estraniandosi dal resto di Kantor: la periferia cadde in uno stato di caos e degrado, aprendo le porte solo per coloro che fossero stati utili per portare avanti il futuro della razza umana.

Le cabine ai confini non sono grandissime, c’è giusto lo spazio per una scrivania con sopra un computer di ultima generazione; le sedie sono scomode ma funzionali, la luce al neon ronza fastidiosamente ma illumina il piano di lavoro, ed è abbastanza per permettere ai controllori di compiere il loro dovere.

I controllori.

C’è chi dice che non siano affatto umani, altri credono che siano stati creati in un laboratorio apposta per essere messi dentro quelle cabine claustrofobiche. La Cittadella non ha rivelato nulla al riguardo, così la gente si domanda chi siano veramente quegli esseri dal viso umano e gli occhi meccanici. Una persona con troppa empatia potrebbe star male al solo pensiero di dover condannare degli innocenti a morte certa nelle Terre Esterne. Non hanno un nome, ma un codice personale di identità, come quelli che leggono sui loro computer.

Uno, due, tre, sette, mille e altri mille, poi ricomincia; e ancora, ancora, ancora, altri numeri che si susseguono a cascata, senza sosta, senza freni, si presentano volontari al rigido controllo. In tanti hanno provato a rigirare il sistema, ma non sanno che niente sfugge sotto il loro sguardo.

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Lui è uno dei controllori del settore Nord: in silenzio proteggono la Cittadella dagli Indesiderati, coloro che con i loro geni potrebbero insozzare la pura razza umana che vive in quelle mura sicure.

“Il prossimo.”

Uomini e donne vengono fatti passare uno ad uno sotto un arco di metallo scuro, scansionati, digitalizzati, per poi essere disintegrati in tanti piccoli numeri che raccontano la loro vita e i loro sogni ai controllori. Adesso è il turno di un uomo basso sulla sessantina, vestito con una casacca marrone tipica degli operai; in mano ha un cappello che strizza tra le dita come se fosse una spugna, in preda al nervosismo.

L’arco emette un suono lungo e cupo non appena entra in funzione; l’uomo guarda in su con la bocca aperta, ma il controllore non è interessato a quella scena. Gli occhi cibernetici del ragazzo guizzano sullo schermo, scattano da una riga all’altra, immagazzinano informazioni su informazioni. La luce bluastra del computer si riflette sulla sua pelle diafana, che non è mai stata sfiorata dalla luce del Sole.

L’arco si spegne, torna ad essere silenzioso.

Si accende una luce scarlatta in faccia all’uomo che si copre gli occhi per lo spavento.

Il controllore si avvicina al microfono in dotazione ad ogni cabina e pigia sul bottone verde. “Rifiutato,” pronuncia, guardando con passività gli androidi portare via l’uomo che voleva entrare nella Cittadella. Sta urlando qualcosa, forse lo sta insultando, ma il ragazzo non si offende.

Lui fa solo il suo dovere, niente gli sfugge.

“Il prossimo.”

Tocca ad una ragazza spavalda, che cammina con la testa alta fin sotto l’arco; alza la testa e guarda verso di lui, lo guarda negli occhi, fissa quei bulbi blu meccanici.

L’arco entra in funzione, ma lei non si impressiona, guardando ancora il controllore.

Lui è impietrito. I numeri sono scomparsi dallo schermo, attendono di caricarsi e si sente a disagio per la prima volta in anni di vita legato ad un computer.

“Perché lo fai?” Le chiede, sovrastando il rumore dell’arco.

“Faccio quello che devo,” risponde lui, sorpreso nell’udire il suono della sua voce. Di solito, i controllori non parlano con nessuno, restano muti ed inerti nel compiere il loro dovere.

La ragazza sorride, sembra triste, ma il ragazzo non saprebbe dirlo con certezza: finalmente, i dati scorrono, numeri e lettere che gli annebbiano la vista e lo rendono nuovamente efficiente.

“Non posso passare,” dice lei, ignorando il cartello fare silenzio durante la scansione, “so già che mi manderete via.”

Pressione troppo bassa, geni difettosi, problemi di vista, carenza di ferro.

Sbagliata, errata, diversa.

“Non so nemmeno perché sono venuta,” continua a parlare noncurante della luce rossa che le illumina il volto, “forse volevo vedere con i miei occhi che razza di mostri hanno creato per condannarci tutti.”

Gli ride in faccia, sembrando meno dolce di prima, per poi domandarli con genuina curiosità, “sei almeno un po’ umano?”

Il ragazzo sfiora i tasti del suo computer, immagazzina i dati nella sua mente e poi scandisce la sua sentenza.

“Rifiutata.”

La donna scuote la testa, “come immaginavo.”

Le guardie robotiche avanzano per portarla via, ma lei alza le braccia e se ne va di sua spontanea volontà, non voltandosi indietro neppure una volta.

Il ragazzo non le bada: fa il suo dovere, segue il suo programma.

Numeri, lettere, informazioni.

Un altro è pronto a farsi controllare: è solo un giorno come tanti per il bene della Cittadella.

“Il prossimo.”


*Gif iniziale tratta dal film Dredd (2012)

Film – Star Wars Episodio IV

Dopo tempo, eccoci al momento tanto atteso: parliamo della trilogia originale di Star Wars! Vi faccio un riassunto poco dettagliato dell’episodio IV, tanto per iniziare. Ci sono tante gif e poche parole, ma credo che per apprezzare al meglio questo film, bisogna vederlo (ma dai).

Io faccio solo degli articoli che spaccio per recensioni.

Buon divertimento!

Episodio IV – Una Nuova Speranza

Eccoli qui, buoni e cattivi. (Credits Pinterest)

L’episodio IV, Una Nuova Speranza, in origine era intitolato solamente Star Wars (Guerre Stellari in Italiano) ed il motivo è evidente, dai. Siamo nello spazio in una Galassia lontana lontana, 19 anni dopo la Fondazione dell’Impero Galattico, governato dal malvagio Palpatine ed aiutato da Lord Darth Vader che porta terrore e morte ovunque vada. Se volete saperne di più al riguardo, non abbiate fretta, c’è la trilogia prequel, vi spiegherà tutto!

Sembra non esserci speranza (ahah), ma fortunatamente esiste l’Alleanza Ribelle che per fortuna (o per una storia raccontata in Rogue One) è a conoscenza del punto debole della Death Star (la Morte Nera), una stazione spaziale grande come una luna che può distruggere un intero pianeta con il suo raggio mortale. Quando ne serve una, non le trovi mai eh?

La principessa Leia Organa (Leila in Italiano) dell’Alleanza viene catturata dall’Impero ma trasferisce le informazioni segrete sulla Death Star in un droide R2-D2 (C1-P8 in Italiano), che se potesse parlare sarebbe solo da censurare. Assieme ad un altro droide dall’accento inglese e più umanoide, C-3PO (D-3BO in Italiano), finiscono sul pianeta Tatooine e vanno alla ricerca di Obi-Wan Kenobi, unico che può aiutare i Ribelli… Purtroppo, vengono catturati e poi venduti a Owen Lars, un contadino che vive in questo deserto con moglie e nipote, un certo Luke Skywalker.

La povera Leia invece assiste alla distruzione del suo pianeta Alderaan, ma ahimè, c’era poco da fare contro la Death Star: nella Galassia c’è più spazio da oggi.

Bleep, Bloop, Bloam, Goodbye to your home

R2D2 mostra il messaggio della principessa a Luke e decide di aiutarli a trovare Obi-Wan Kenobi, che alla fine si scopre essere il vecchio Ben, un uomo che tutti pensavano fosse un pazzo stregone eremita. Come si dice, tutto mondo è paese? Qui si conoscono tutti, manco fossimo in un borgo di provincia. E sono pure apparentati fra loro.

Obi- Wan (che adesso è anziano e non è più il baldo giovane Ewan McGregor dopo solo 20 anni) racconta a Luke di suo padre Anakin Skywalker, morto per mano di Darth Vader e anche degli Jedi e della Forza.

Tralascia dei dettagli importanti che sanno tutti (Vader è il padre di Luke e di Leia), ma è pur vero che se svelasse tutto all’inizio del film, allora non ci sarebbe più nessun gusto nel vederlo.

Bene… Ma come si va ad aiutare una Principessa se manca il mezzo di trasporto? Trovi un contrabbandiere di nome Han Solo (Ian Solo) accompagnato dal wookie Chewbacca e salti sulla Millennium Falcon! Certo, magari hai qualche problemino(ino-ino) con gli alieni locali, prendi un paio di colpi, ma poi ne vale la pena.

Ma siamo sicuri?

Grazie al potere della Fortuna Forza, i nostri eroi mettono in atto un piano per salvare la Principessa: Obi-Wan morirà per mano di Vader dopo essersi punzecchiati con le spade laser davanti ad un Luke straziato dal dolore, ma per lo meno Leia sarà salva.

Piano Vader, piano, ho una certa età…

Fuggono per mettersi in salvo sulla luna del pianeta Yavin, dove i ribelli pianificano l’attacco alla Death Star che riuscirà grazie ovviamente al nostro Luke che è un pilota provetto (come suo padre). In questa Galassia ce ne fosse uno non capace di guidare navette, eh? Sarà semplicissimo allora, altro che guidare in mezzo al traffico delle sei di sera in pieno centro città.

Comunque, la Death Star fa una brutta fine, esplodendo in mille pezzi nello spazio. (Sì, sorvoliamo sul fatto che in questo tipo di spazio possano avvenire esplosioni, nonostante non ci sia atmosfera. Non voglio rovinarvi il divertimento, quindi non lo conterò come errore imperdonabile.)

1 a 0 per i Ribelli.

Yuppie!

Morale?

L’unione fa la forza e il bene trionfa sul male, anche se per ora si tratta solo di una battaglia e non di una guerra: è pur sempre motivo di festa!

Ah, e quando costruisci un’arma di distruzione di massa, fa in modo e maniera di non metterci un punto debole, magari con tanto di cartello “prego, da questa parte per distruggere tutto, pulitevi le scarpe sul tappetino prima di entrare!”

Come vedremo più avanti, questi cattivi non impareranno mai.

Mai.

Film – Star Wars Episodi I, II, III

Eccoci alla trilogia uscita al cinema nei primi anni 2000, partorita dal genio di George Lucas e che ha visto come personaggi principali il giovane Anakin Skywalker e il suo maestro Obi-Wan Kenobi. La storia segue il percorso che ha portato il giovane Anakin da apprendista Jedi a Signore Oscuro conosciuto con il nome di Darth Vader/Fener, così come ci mostra il passaggio dalla Repubblica all’Impero governato dal malvagio Palpatine.

Sono dei capolavori? Sono delle pallide imitazioni della prima trilogia? Sono solo dei film? Scopriamolo, va, ve li racconto alla meno peggio. Mi scuso in anticipo per eventuali errori/incongruenze/offese.

Episodio I – Jar Jar No

Locandina artistica del film, Matt Busch

Il primo episodio, La Minaccia Fantasma, ci introduce ad un giovanissimo Obi-Wan Kenobi che accompagna il suo maestro Jedi Qui-Gonn Jinn in una missione diplomatica per cercare di risolvere “amichevolmente” (ma quando mai, queste sono guerre stellari) una disputa fra la Repubblica Galattica e la Federazione dei Mercati, sotto il controllo del Signore Oscuro Sith, Darth Sidious. I due Jedi vengono attaccati e nella fuga, incontrano un simpaticissimo, divertentissimo alieno, un Gungan, di nome Jar Jar Binks che si unirà alla coppia per la nostra felicità. Insieme, aiutano la regina di Naboo, Padmé Amidala, a lasciare Naboo per denunciare al Senato cosa sta accadendo = ovvero i cattivi stanno facendo quello che gli pare e nessuno fa nulla.

Come sempre.

Ahimé, per un guasto alla loro navicella, atterrano su Tatooine, un pianeta perfetto per i campionati di castelli di sabbia. Dritto? Sabbia. A destra? Sabbia. A sinistra? Sabbia. Solo, solamente, sabbia. Qui, incontrano un bimbetto di nove anni di nome Anakin Skywalker (vi ricorda qualcuno? Beh, il bambino in questione è già suscettibile alla Forza e pare sia potente, doh!) che lavora come schiavo. Fa una lunga gara con il suo pod (in italiano tradotto in sguscio), tre giri di percorso sabbioso, lungo e tedioso, per riscattare la sua libertà e partire con il gruppetto.

GRAZIE.

Ah ma perché, dove stanno andando? Ma dal Senato Galattico! Peccato che Padmé non venga ascoltata (e quando mai, nel Senato ci sta il senatore Palpatine che guarda caso assomiglia un po’ troppo a Sidious…), quindi ha la bella idea di andare a chiedere aiuto al popolo di Jar Jar, i Gungan, che si alleano con Naboo contro i Mercanti e il loro esercito di droidi Roger Roger.

Nel frattempo, i cattivi non se ne stanno con le mani in mano: i nostri eroi perdono Qui-Gon per mano di Darth Maul personaggio che a mio parere avrebbe meritato più screen time – che comunque poi viene ucciso a sua volta da Obi-Wan in lacrime per la morte del suo maestro.

Obi-Wan promette ad un morente Qui-Jon di addestrare il giovane Anakin per farlo diventare Jedi.

Bella idea. Bravo!

I droidi sono sconfitti, Padmé è soddisfatta ed il senatore Palpatine si fa nominare Cancelliere Supremo della Repubblica – ovviamente nessuno sospetta niente, tranquilli, va tutto bene – ed inizia anche a tenere sotto controllo il giovane Anakin…

Capito qualcosa? Sì, no, forse? Comunque sia, non è finita qui, siamo solo all’inizio.

Episodio II – L’Attacco delle Riunioni

Locandina artistica del film, Matt Busch

Nel secondo episodio, L’Attacco dei Cloni, entriamo subito nel vivo dell’azione, seguendo le vicende di Obi-Wan Kenobi ed il suo giovane apprendista Anakin Skywalker dieci anni dopo il primo episodio.

Cosa succede questa volta alla povera Repubblica? Beh, Darth Sidious (sempre Palpatine, non va da nessuna parte) ed il Jedi rinnegato conte dracula Dooku formano assieme la Confederazione dei Sistemi Indipendenti, ovvero un’alleanza di pianeti che vuole l’Indipendenza dalla Repubblica (vogliono fare come gli Stati Uniti d’America, su). La povera Padmé Amidala riceve minacce di morte a catinelle, così Anakin le fa da guardia personale, mentre Obi-Wan va a caccia del responsabile.

Se non fosse stato chiaro nel primo film con gli approcci infantili, adesso Anakin è innamorato perso di Padmé… Peccato che Anakin non possa avere relazioni amorose poiché apprendista Jedi. Comunque sia, ad Anakin non è che interessi più di tanto, a 19 anni non può tenere a bada gli ormoni.

Aaaah, l’amore!

Obi-Wan trova il sicario delle minacce verso Padmé su Kamino, pianeta dove si sta creando un esercito segreto di cloni (Boba Fett!): Obi-Wan è sconvolto, viene catturato da Dooku assieme ad Anakin e Padmé che però sono mica i primi che passano! In una lotta stile Gladiatore contro mostri schifosi e CGIosi, vengono salvati dagli Jedi (Windu, Yoda, per nominarne alcuni).  Dooku fugge, ma prima ferisce Obi-Wan ed Anakin nell’orgoglio.

Palpatine decreta che questo esercito di cloni venga usato per la Repubblica così da combattere quelli della Confederazione. Inizia così la Guerra dei Cloni, mentre i due piccioncini Anakin e Padmé si sposano in segreto su Naboo.

Sarebbe anche l’ora di un bel viaggio di nozze, ma niente, mai una gioia.

Episodio III – Joda Out

Locandina artistica del film, Matt Busch

Sono passati 3 anni (eh, solo?) dall’inizio della Guerra dei Cloni, quando l’ultimo episodio della trilogia sequel inzia: La Vendetta dei Sith.

Anakin ed Obi-Wan vanno in aiuto di Palpatine che è stato catturato da Dooku e dal comandante dei droidi, Generale Grievous: un robot con la gobba ed il fiatone perenne, occhi gialli ed inquietanti. Nella lotta, Obi-Wan va K.O. mentre Anakin si trova ad avere la meglio su Dooku: Palpatine lo spinge ad uccidere il conte, nonostante i Jedi non uccidano mai a sangue freddo. Palpatine lo giustifica, dopotutto Dooku sarebbe troppo pericoloso per essere lasciato in vita… E così, zac, via la testa al conte! Facile con le spade laser.

Buona discesa verso il male, Anakin!

Dopo questo evento, Palpatine, che vuole tenersi Anakin stretto, lo nomina come suo rappresentante al Consiglio dei Jedi: gli Jedi però non hanno chissà che fiducia in Anakin perché troppo giovane ed impulsivo, così non gli danno il tanto desiderato titolo di Maestro.

Anakin diventa sempre più frustrato, perché come se non bastasse, sta avendo  dei sogni premonitori in cui vede Padmé morire di parto (sì, è incinta).

La guerra contro i droidi nel frattempo va avanti: Yoda sul pianeta dei Wookie (ciao, Chewbacca) ed Obi-Wan su Utapau contro il Generale Grievous (hello, there), eliminandolo dopo rincorse e cadute da restarci secco… Ma lui ha la Forza, lui può.

Palpatine confida il suo grande segreto ad Anakin: in realtà, lui è proprio il Signore Oscuro dei Sith, convincendolo a passare al Lato Oscuro della Forza per poter salvare la vita di sua moglie. Come to the datk side! We have cookies! Anakin cede e tradisce i Jedi, uccidendo Windu ed anche i piccoli bimbi apprendisti. Darth Vader è nato.  Nel frattempo, Palpatine scioglie il Senato e si proclama Imperatore dell’Impero Galattico.

(In tutto questo, Padmé la vediamo di tanto in tanto affacciata alla finestra con la faccia contrita o a sorridere o a starsene lì ferma tanto per fare scena. Povera Padmé.) 

Joda e Palpatine hanno uno scontro nel Senato (si lanciano gli scranni addosso, ma la Forza ti permette questo ed altro) in cui Joda fugge, per poi decidere di andare in esilio volontario.

Obi-Wan affronta il suo ex allievo Anakin sul pianeta Mustafar, saltando da una parte all’altra su un fiume di lava incandescente. Assistiamo ad una lotta infinita di spade che si incontrano a mezz’aria, finché alla fine Anakin ha la peggio: viene mutilato alle gambe e ad un braccio (e viene anche rosolato). Palpatine/Sidious lo salva e gli fa costruire un’armatura intorno al corpo, dotandolo nuovamente di gambe e braccia.

Nel frattempo, la povera Padmé muore dando alla luce due gemelli, Luke e Leia (Leila in Italiano), che vengono separati e nascosti su due pianeti diversi: Luke su Tatooine con gli zii (il pianeta di sabbia), mentre Leia viene portata si Alderaan. Vader apprende della morte della moglie, senza sapere della nascita dei figli…

Tiriamo le somme

Che dire, la trilogia sequel è interessante perché mostra la storia di uno dei cattivi più famosi ed importanti nella storia del cinema: Anakin Skywalker è un eroe tragico, degno di un’opera Shakesperiana. Inoltre, da segnalare in positivo c’è l’interpretazione di Ewan McGregor che porta in vita un giovane Obi-Wan Kenobi molto convincente e spiritoso.

Sicuramente, mostrare le continue trattative o le corse (parlo della corsa dei pod dell’episodio I) dopo un po’ possono risultare ripetitive e noiose, soprattutto se si decide di guardare il film ad un orario tardo: lo ammetto, durante il primo episodio la testa ha ciondolato così tanto che ho dovuto continuare il giorno dopo.

La creature CGI possono risultare molto finte ad un occhio abituato agli effetti speciali degli ultimi anni, ma i combattimenti con le spade laser sono avvincenti ed intrattengono a dovere: ho apprezzato molto quello di Darth Maul nel primo episodio, per esempio.

Doppia spada laser non è da tutti!

E se non l’avessi detto abbastanza chiaro, Jar Jar Binks non è un personaggio divertente: il suo modo goffo di agire lo rende una macchietta fastidiosa che se pure fa qualcosa di utile, lo fa solo per sbaglio e risulta solamente stupido. Il pubblico deve provare dell’empatia per i personaggi, in modo da potersi gustare la storia a dovere: alla fine deve esserci una giusta catarsi estetica, c’è bisogno dell’appagamento. Se un personaggio ha troppa fortuna e non fa una cosa buona dettata dall’intelligenza, a lungo andare lo spettatore si sente preso in giro.

Comunque sia, si tratta di tre film fondamentali per gustarsi appieno gli Star Wars originali: non posso che consigliarveli!

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Sì, è tutto vero: per cinque giorni sarà possibile scaricare gratuitamente la mia raccolta di storie da Amazon! La promozione inizia venerdì 20 luglio e  finirà martedì 24 luglio! 🙂 Ovviamente, è rivolto a coloro che usufruiscono del servizio Kindle Unlimited: ho iniziato la prova free ed è veramente ben fornito, ve lo consiglio! Portarsi dietro i libri da leggere non è mai stato così facile… Ho rivalutato gli e-book, io, amante del cartaceo!

Se non sapete ancora di cosa si tratta, potete trovare “Oltre Un Punto Blu – Raccolta di Storie di Fantascienza”  cliccando qui: https://www.amazon.it/dp/B07C226YHB

Presente, passato, futuro: si parla di alieni, di pirati spaziali, di macchine del tempo, di esplorazioni ma anche di gioie e di dolori, sentimenti così tanto umani eppure così lontani dal nostro piccolo puntino blu che conosciamo bene. Non abbiate però paura, perché possiamo raggiungere questi luoghi inesplorati e visitarli come turisti spaziali: saltate su questo piccolo razzo ed iniziamo!

Ma da dove spunta fuori questa raccolta?

La raccolta è composta da 17 storie brevi, scritte in origine per partecipare ad alcuni contest online di scrittura creativa della pagina Facebook FanWriter.it, tra il 2016 e il 2017. Non avendo mai scritto nulla di originale e con un tema in comune, mi è stato di grande aiuto, decidendo dopo varie pressioni di sistemarle e pubblicarle in un piccolo volume unico.

La Fantascienza non è fra i generi dei più popolari, ma a mio parere è uno dei migliori per poter denunciare problemi legati alla nostra società senza essere troppo espliciti; è il miglior genere per trasmettere un messaggio, raccontare il nostro futuro a colpi di what if (e se…?).

E se un giorno colonizzassimo Titano? E se l’uomo si fondesse tutt’uno con le macchine? E se abbandonassimo la Terra, torneremmo indietro per curarla, rifarla nostra? Dove potrebbe mai finire la nostra umanità in mezzo a tanta paura e violenza?

E quindi?

Quindi dico a te, che sei arrivato qui per caso o che mi segui: se hai voglia di volare via lontano, lontano su di un piccolo razzo fra le stelle, questa è l’occasione giusta. Andare oltre non è mai la scelta sbagliata, ma l’inizio di una grande avventura…

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