Tornando alla pseudo-normalità

Il periodo di lutto è passato, si torna alla normalità, o così pare.

C’è da dire che le polemiche ci sono state riguardo l’ossessione mediatica che ha ricoperto la famiglia reale inglese, considerata per molti anacronistica un po’ come la monarchia stessa. E non parliamo della polizia pronta a sedare ogni tentativo di protesta in Scozia, Galles e Nord Irlanda con tanto di gente nel commentare “non è il momento giusto per protestare, un po’ di rispetto”.

Sarà.

Ma se non si protesta nei periodi di cambiamento, quando lo si fa?

Una donna di 96 anni è morta di morte naturale. Erano da alcuni anni che ricordo di come se la giocassero lei, mio nonno e Piero Angela, una battuta che facevo spesso per esprimere il mio sbalordimento nel raggiungere l’età over 90. E ha vinto lei, la Regina Elisabetta. Quasi un secolo di vita, gente, ad arrivarci come ci è arrivata, nel suo castello in Scozia. Al massimo, io posso sperare di trovare una casa con un balcone e sentirmi così parte della nobiltà, un unicorno (i balconi sono rari qui per ovvie ragioni, che ci si fa se piove sempre?!). Tolti i blasoni, le tende di Buckingham Palace e le guardie del corpo, era una persona che ha avuto la fortuna di nascere in una delle famiglie più seguite ed influenti al mondo. Ed è per questo, che per quanto possa dispiacermi della sua morte, non si può però abbandonare il diritto a protestare e dire la propria sulla famiglia di tale persona.

Ma vabbè. Chi sono io per giudicare.

Ho letto notizie di persone in piedi a far la fila sia qui che a Londra nella notte, con i gradi che sono arrivati a 4, fra la pioggia e l’umidità che mangiava le ossa: il tutto per rendere omaggio alla sovrana, fino all’altro ieri. Ambulanze sono state chiamate per ricoverare qualche poveraccio che si è sentito male, chi si è quasi morto di freddo perché non aveva previsto né il freddo, né la fila chilometrica.

E poi qualcuno ci è andato invece 7 volte, neanche si parlasse di una montagna russa in un parco a tema aperto da poco. Se le signore imbacuccate nei loro tweed e cappellini di lana erano un po’ tristi nel rispondere al giornalista di turno, ecco che altra gente parlava di quell’occasione quasi come se stesse attendendo di entrare in uno stadio per un concertone esclusivo. Mmm.

Io capisco tutto, ma qui credo sia sia sfiorata la psicosi di massa.

Ieri quasi tutti i negozi e supermercati sono rimasti chiusi, qualcuno ha riaperto il pomeriggio con la conclusione del funerale: sembra che sia stato previsto che almeno 4 miliardi di persone nel mondo si siano fermate per vederne anche solo un assaggio, gli occhi puntati sul feretro e le macchine nere.

Ammetto che egoisticamente, sono sollevata che sia finita, vista la quantità di strade chiuse e ritardi ai bus e tram che erano diventati assurdi. E non vivo a Londra. Tra un po’ non si poteva neanche camminare: un giorno me ne tornavo a casa dal college, ho assistito ad un blocco stradale in diretta con tanto di polizia e mega-macchinone nero con vetri oscurati. Ah, un royal. E poi via, così come sono arrivati se ne sono anche andati, sfrecciando per le strade rese deserte dalla loro mera nascita.

Oh beh, chissà adesso con il nuovo sovrano, questo Regno Unito che mi combinerà mai, mattacchione. Un po’ di relax non fa mai male, posso consigliarlo al nuovo Re? Alla prossima.

“Che Dio salvi la Regina e tutti noi”

Ho ricevuto la notizia mentre stavo in mezzo a un mucchio di scatoloni polverosi nel negozio 2.0. Pioveva da quasi 12 ore, acqua a non finire, strade bloccate e mezze allagate. E poi bzzz, la vibrazione nella tasca, una notifica della BBC e un messaggio di Fidanzato che nel suo humor commentava con solo “t’tho detto io”.

“The Queen has passed away”

Aveva ragione.

Sono corsa dalla mia collega che si è fermata un attimo, con lo sguardo perso avanti a sé; nel giro di poco abbiamo ricevuto una telefonata nel negozio, un’altra nostra collega, “Hai saputo, hai saputo?”

Sapevamo già di come stesse poco bene da giorni, e quando sono arrivati pure il resto dei parenti, era fatta. Insomma, non fai scomodare tutta la famiglia reale per poi dire “ah no, niente, tutto bene, scherzone”.

Non sono una ammiratrice della monarchia, ma osserverò lo svolgersi della situazione che nei prossimi gionri si sposterà proprio a Edimburgo, per seguire la famosa Operation Unicorn: un piano che sarebbe stato messo in atto nel meomento della morte della regina se si fosse trovata in Scozia. Ed era proprio in Scozia, nel castello Balmoral, dove si trascorreva le sue estati fino a metà Ottobre.

96 anni sono tanti e la nazione li sta sentendo tutti.

Anche se devo ammettere, un po’ avevo scommesso arrivasse anche ai 100, quella figura che ormai è quasi personaggio di una storia che non esiste: la signora con la coroncina in testa che beve il té.

Se solo la realtà fosse così semplice e dolciastra come una zolletta di zucchero.

***

Intanto, le strade al centro sono chiuse, le macchine sono imbottigliate nel traffico, i billboard luminosi ritraggono la regina il giorno della sua incoronazione, i brand cambiano il logo da colorato a bianco e nero in segno di rispetto, i college e le università ci dicono di attendere ulteriori sviluppi per una possibile pausa nel giorno del funerale.

E l’inno nazionale UK? God Save the Queen King.