Lost Boy di Christina Henry

Lost Boy di Christina Henry è un libro in inglese che mi ha incantata dopo solo aver letto le prime pagine perchè la premessa era molto buona: prendete tutto quello che sapete di Peter Pan e Capitan Uncino e dimenticatevelo, non è una storia per bambini. Quindi niente Campanellino che ci fa volare via per vivere un’avventura fantastica, niente “io sono il bene e tu sei il male”, niente bianco e nero.

La trama

Seguiamo la vicenda di Jamie, un bambino che fa parte del gruppo dei Bimbi Sperduti (Lost Boys) di Peter Pan: trascorrono le giornate a cacciare, a far la lotta e a dar fastidio ai pirati che di tanto in tanto arrivano all’Isola Che Non C’è. Jamie, come gli altri, non cresce mai, perdendo il senso del tempo: quanti anno sono passati da quando ha iniziato a vivere con Peter in quello stato di eterna giovinezza? Cinque, dieci, venti? Il tempo è un concetto che non esiste sull’Isola, e sicuramente, per Peter non sembra essere un problema.

Purtroppo però, altri bambini non sono fortunati come Jamie: alcuni sono troppo piccoli per sopravvivere a quel mondo crudele, fatto di lotte e malattia. Una delle regole di Peter? Una volta sull’isola, è severamente vietato tornare nel mondo reale. Dopotutto, chi vorrebbe tornare in un mondo di adulti dove si cresce e non si è più bambini?

Costretto a dover vedere sempre più amici morire e dover fare più lavoro del capo gruppo, il fascino per Peter Pan inizierà a svanire: Jamie inizia a crescere di qualche centimetro di giorno in giorno, sempre più confuso e divorato dai sensi di colpa.

Che la magia stia svanendo una volta per tutte? Che significhi questo crescere?

E se Peter Pan fosse il cattivo?

Mi piacciono le storie che stravolgono figure dei cattivi classici come Capitan Uncino, rendendoli così più umani e vicini a noi; al contrario, Peter Pan ricorda uno spirito maligno egoista ed infantile che mette al primo posto sè stesso e poi il resto del suo gruppo. Il suo carisma è tossico, l’amicizia che promette è fittizia e per nulla eterna. Che poi in effetti, Peter Pan è sempre stato un po’ inquietante: da dove viene? Chi è questo eterno bambino che si rifiuta (o non può) di crescere?

Pensavo fosse molto palese di come potesse chiudersi la vicenda: dopotutto, si tratta di una storia che ci viene raccontata attraverso gli occhi di Capitan Uncino; invece, sono stata sorpresa fino alla fine dalla quantità di colpi di scena.

Dopo aver letto dell’infanzia di Jamie… Forse, Capitan Uncino non ha mica tutti i torti ad avercela a morte con Peter.

Altri libri come Lost Boy

Christina Henry è nota per aver preso ispirazione dalle fiabe più famose al mondo per poi renderle dark e molto più mature nei suoi libri. Oltre a Lost Boy, segnalo anche The Girl in Red (una Cappuccetto Rosso dark, ambientato in un futuro apocalittico) e Alice (dove il personaggio di Alice è adulto e si trova in un manicomio, senza ricordare il suo passato, o quasi).

Entrambi sono molto più violenti e si allotanano dalla trama classica della fiaba di appartenenza, ma lo stile è della Henry è scorrevole ed accattivante.

Happy reading! Con la luce accesa, va.